1967 – Mario Tobino

“Tanti anni fa — sono quasi quaranta — nell’estivo assolato Viale Margherita di Viareggio ci fu una memorabile Mostra…Lasciai quaranta anni fa Eugenio Pardini compositivo e tale lo ritrovo, ugualmente ligio al suo lavoro. E come mi è lieto augurargli ogni bel successo e che continui a seguire ciò che la sua anima gli detta”.

MARIO TOBINO

Viareggio, 16 gennaio 1916 –Agrigento, 11 dicembre 1991

nasce a Viareggio. Ragazzo vivace dopo il ginnasio, per tenere a freno una certa esuberanza e sopravvenuta insofferenza agli studi i genitori lo spediscono per un anno in collegio, a Collesalvetti. Ritornato a casa inizia gli studi liceali a Massa, ma la maturità la ottiene da privatista a Pisa. Il ragazzo già al liceo leggendo Machiavelli e Dante prova una emozione grandissima, segno premonitore della sua sensibilità e attitudine nello scrivere.

Il giovane dal carattere volitivo e insofferente, con una propensione agli studi umanistici legata ad una encomiabile aspirazione di aiutare il prossimo malato, decide di iscriversi a medicina all’Università di Pisa, studi che proseguirono e si conclusero con la laurea in medicina nel 1936 all’Università di Bologna. Contemporaneamente al periodo universitario svolge un’attività letteraria sia pur limitata per il poco tempo a disposizione, pubblicando alcuni scritti su riviste aperte ai contributi dei giovani letterati, e nel 1934 con il consenso positivo della critica pubblica Poesie, la sua prima raccolta di versi.

Tobino dopo la laurea viene chiamato ad assolvere il servizio militare in un primo tempo a Firenze poi come ufficiale medico nel Quinto Alpini a Merano. Tornato a casa a Bologna si specializza in neurologia, psichiatria e medicina legale, e incomincia a lavorare all’ospedale psichiatrico di Ancona. Durante la sua permanenza in questo luogo di sofferenza e di disagio compone una serie di poesie, pubblicate nel 1939 col titolo Amicizia. Allo scoppio della seconda guerra mondiale viene richiamato e inviato sul fronte libico dove rimane fino al 1942: questa esperienza è raccontata nel romanzo Il deserto della Libia (1952) da cui son stati tratti due film: Scemo di guerra di Dino Risi e Le rose del deserto di Mario Monicelli.

Ritornato in Italia pubblica la raccolta di poesie Veleno e Amore, il romanzo Il figlio del farmacista e i racconti riuniti sotto il titolo La gelosia del marinaio, e riprende a lavorare in ospedali psichiatrici, prima per alcuni mesi a Firenze passando in seguito definitivamente a quello di Maggiano in provincia di Lucca. Nel 1943 partecipa attivamente alla Resistenza contro i nazifascisti in Toscana, e dalle vicende di lotta partigiana e fratricida prende spunto per scrivere il romanzo Il clandestino.

Nel dopoguerra Tobino si dedica con tutte le sue forze morali e spirituali alle sofferenze dei malati di mente, e contemporaneamente prosegue la sua attività di scrittore, raggiungendo una notorietà sempre più vasta e riconoscimenti numerosi: Premio Viareggio -Premio Strega, Premio Campiello.

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