1973 – Leonida Rèpaci

“Non trovo troppi artisti che, ne1 tempo presente, abbiano il merito di aver tentato un’interpretazione dell’epoca in cui viviamo, assurgendo a rapsodi di essa.

La poesia, insomma, è di casa nella pittura d il Pardini, ed egli ci arriva in ogni tempo della sua fatica, partendo da affreschisti trecenteschi e, via via, risalendo agl’impressionisti, a Cezanne, ai Fauvers, a Viani, a Picasso…”

LEONIDA REPACI

(Palmi, 5 aprile 1898 – Roma, 19 luglio 1985) è stato uno scrittore e pittore italiano.

Fondò nel 1929 insieme a Carlo Salsa e Alberto Colantuoni il Premio Viareggio, del quale è stato presidente fino alla morte. L’opera del Repaci si può definire autobiografica e a diretto contatto con la vita vissuta, fin dal suo esordio L’ultimo cireneo (1923) dove racconta del suo ferimento al fronte, al libro In fondo al pozzo la esperienza traumatica del carcere ,per arrivare alla La Pietrosa racconta (1984) una rievocazione sentimentale della tanto amata moglie, infine la sua opera più cara per l’impegno profuso nel tempo la trilogia Storia dei Rupe la vicenda di una famiglia italiana numerosa e fattiva della media borghesia provinciale la quale esprime il travaglio del tempo attraverso esperienze sociali, spirituali e psicologiche dei primi trent’anni del Novecento, lo scrittore dimostra in questo un interesse preminente per i problemi e le vicende della sua terra. Nella narrazione oltre il filone autobiografico si aggiungono temi politici e sociali con un autentico e totale impegno realistico, ma si caratterizza anche un eccesso lirico descrittivo pieno di colore e di violenza intrisa di travolgente sensualità.

Nel 1959 Federico Fellini lo fa partecipare, nella parte di se stesso, nel film La dolce vita, insieme alla pittrice Anna Salvatore e all’attrice Laura Betti.

This post is also available in: Inglese