1977 – Raffaele De Grada

“Mi viene ogni tanto agli occhi qualche immagine di Pardini, con quei colori profondi che risentono del mare e dell’alto cielo versiliano, con quel disegno nervoso e acuto che indica la sensibilità del pittore per una forma articolata secondo una idea del mondo, che non è contemplativa e manierista ma immersa nei fenomeni e nelle cose, sostenuta dalla fiducia nell’uomo”.

RAFFAELE DE GRADA

Nasce a Zurigo il 28 febbraio 1916 da una famiglia di pittori, emigrati dall’Italia nei primissimi anni del secolo. Ritornato in Italia con la famiglia durante la prima guerra mondiale, studia a S. Gimignano, a Firenze e infine a Milano, dove inizia molto presto l’attività di critico d’arte su L’Italia Letteraria, L’Orto, Augustea, finchè, insieme ad un gruppo di giovani intellettuali milanesi, pubblica Corrente, un mensile di concentrazione di tutte le forze culturali antifasciste del periodo. Arrestato dai fascisti nel 1938 e nel 1943, De Grada, dopo aver fatto due anni di guerra in Sicilia, è partigiano combattente, prima organizzatore a Milano e in Lombardia, poi in Toscana, dove partecipa alla liberazione di Firenze. Commentatore politico e dirigente RAI da 1944 al 1952, ha diretto le riviste d’arte e letteratura Il ’45 e Realismo, è stato critico d’arte per L’Unità, Giorni-Vie Nuove, L’illustrazione Italiana e, soprattutto, per la RAI. Autore di numerosi saggi di storia dell’arte contemporanea e dell’Ottocento, ha insegnato Storia dell’Arte all’Accademia di Brera, ha diretto l’Accademia e la Pinacoteca Comunale di Ravenna e l’Accademia di Arte e Restauro di Como. E’ stato consigliere comunale di Milano e deputato al Parlamento. E’ attualmente collaboratore del Corriere della Sera, di Arte Mondadori e di altri periodici.

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