Antonio Paolucci

Di Eugenio Pardini mi affascinano e mi intrigano le pitture murali; vaste, corali, “politiche” nell’ assunto e negli obbiettivi. Sono composizioni di grandi dimensioni (dieci, dodici metri di lunghezza, tre o quattro di altezza), occupano spazi pubblici ( il Palazzo Civico di Carrara, il Municipio di Viareggio, le aule magne di istituti scolastici a Barga, a Macerata, a Siena ), affrontano argomenti di portata universale: 1′ Unione dei Popoli, 1′ Evoluzione della donna, la Guerra e la Pace, la lotta contro 1′ oppressione.

Da dove viene la passione del Pardíni per la pittura didattica e morale, per l’ affresco come specchio della Storia e strumento di educazione? Forse dal Guttuso popolare ed epico degli anni Cinquanta e Sessanta fra la “Battaglia del Ponte dell’ Ammiraglio ” e i ” Funerali di Toglíalti ” ? O, prima ancora, dal Sironi fascista – bolscevico del ” Manifesto della pittura murale ” ? O anche dalle dolenti testimonianze civili dell’ anarchico – idealista Lorenzo Viani? O forse, nel toscano Pardini, vive ancora la grande civiltà dell’ affresco, quella che aveva portato nelle chiese e nei Palazzi del Popolo le opere e i giorni degli uomini, dimostrando che 1′ arte è per tutti, che il mestiere del pittore freschista è di rendere testimonianza agli ideali, alle speranze, ai progetti dei cittadini?

Non è facile rispondere. Certo è che di fronte al murale di Carrara che è del 1965, dobbiamo riconoscere che ci troviamo di fronte a uno degli ultimi esempi, nella storia dell’ arte italiana, di pittura civile.

” L’ uomo avrà sempre bisogno di immagini ” scriveva Enzo Carli citando Jacques Villon, nella monografia che nel 1973 volle dedicare ali’ amico pittore. Le immagini di Eugenio Pardini hanno ” sapore di sale, di sangue, di lacrime, di vento ” ( Valeri ). Stanno nel tempo e nel luogo. Il tempo è il Novecento con le sue illusioni e le sue tragedie. Il luogo è quella parte della Toscana che sta fra le Apuane e il mare. Il cuore del luogo è la ” Viareggio feriale e severa che le folle estive ignorano ” ( Carlì ).
Dentro queste coordinate si è mossa 1′ arte di Pardini. Egli ha sempre saputo che” I’ icona – uomo ” è il crocevia ineludibile di ogni espressione artistica, ha sempre saputo che all’ appuntamento con la Storia è impossibile rinunciare. Per quanto siano seducenti le sirene del disimpegno, le lusinghe della ” pittura -pittura “, dell’ astrazione e dell’ informale ( il pittore è stato sfiorato da queste suggestioni e ci ha lasciato opere di toccante bellezza ) Eugenio Pardini non ha mai rinunciato al sogno di una pittura che fosse specchio della bellezza visibile, ma anche servizio e testimonianza.

ANTONIO PAOLUCCI

(Rimini, 1939) politico e storico dell’arte italiano, è stato ministro e Soprintendente per il Polo Museale a Firenze.

Laureato in Storia dell’Arte nel 1964 con Roberto Longhi, inizia la sua carriera al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (sebbene allora il nome fosse diverso) sin dal 1969, avvicinandosi al mondo delle soprintendenze. Rivestirà poi dal 1980 il ruolo di soprintendente, prima a Venezia, poi a Verona, Mantova e infine a Firenze, dove è stato Soprintendente speciale per il Polo Museale Fiorentino e Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana sino alla pensione, avvenuta nel 2006. L’anno seguente è stato incaricato dal Ministro Francesco Rutelli di far parte dei quattro membri esperti che affiancano Salvatore Settis nel coordinare i lavori del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici.

Dal gennaio 1995 al maggio 1996 ha ricoperto la carica di Ministro per i Beni Culturali durante il governo di Lamberto Dini. Dopo il terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche nel 1997 è stato nominato Commissario straordinario per il restauro della Basilica di San Francesco a Assisi.

Scrive e collabora con diverse testate (Paragone, Il bollettino d’arte, Il Giornale dell’Arte, Il Sole 24 Ore, La Repubblica, La Nazione e Avvenire), ha pubblicato numerose monografie sempre a carattere storico artistico ed ha curato alcune importanti mostre sul Rinascimento in Italia (ad esempio, quella su Marco Palmezzano) e all’estero.

A novembre 2007 è stato nominato nuovo direttore dei Musei Vaticani, in sostituzione dell’archeologo Francesco Buranelli, il cui incarico era scaduto nel maggio 2007.

This post is also available in: Inglese