Ferruccio Monterosso

Ma l’ardore positivo e l’indomita vitalità di Pardini, non vogliono dire che egli nutra – della realtà, un’idea spensieratamente trionfalistica. Intelligente e sensibile, non chiude affatto gli occhi di fronte al male, alle contraddizioni e alle insidie che costellano lo scorrere dell’esistenza.
Lui stesso non ebbe vita facile, se ad appena 14 anni restò orfano del padre.

Ha lasciato scritto:

Urlò la tempesta

Dal mare sparì un candido veliero

Portava il profumo di terre lontane

Ero bambino sapevo appena piangere

Non conoscevo ancora il dolore umano

Sola mia madre seppe consolarmi

Nella via giusta

Cresciuto nel clima delle guerra

I veleni erano nell’aria

E tuttora Eugenio, vivendo in quest’epoca così “travagliata”, si sente di “piangere”. Ma il suo non è pianto lamentoso e remissivo sterilmente patetico: è invece un pianto virile attivo, non rispecchia un Pardini rassegnato alla sconfitta e ripiegato su se stesso. Il suo dolore,al di là del fatto personale, va rapportato alla condizione di obbiettiva infelicità in cui non di rado versa il mondo; ma assolutamente non è spia d’una rinuncia perché indica invece una volontà di affermare e godere gli inestimabili valori pur presenti nel mondo stesso.

FERRUCCIO MONTEROSSO

Ferruccio Monterosso: è nato nel 1929 a Cremona, ha insegnato dapprima nelle scuole secondarie (in cui ha esercitato anche funzioni direttive) ed è stato poi docente di Letteratura Italiana nella sede di Cremona dell’Università di Pavia, ove ha tenuto corsi anche di filologia umanistica e di codicologia. Ha svolto programmi ministeriali di aggiornamento in vari Licei e lezioni in sedi accademiche in Italia e all’Estero. I suoi interessi su Leopardi si sono fra l’altro espressi come relatore ai convegni internazionali e nei seminari per italianisti stranieri del Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati, nonché in altri congressi; le relazioni sono pubblicate nei rispettivi Atti. Ha collaborato a “Studi Leopardiani”, la rivista dello stesso Centro. Il volume “Dalla parte di Leopardi” edito dalla Biblioteca Statale di Cremona nel 1995, è esaurito. Nella stessa città è stato coordinatore scientifico degli “Incontri Leopardiani” con Severino, Frattini, Ferroni, Grilli, Mario Luzi e Lydia Alfonsi (autunno 1998). Attende ora a una sistematica rivisitazione dell’Infinito sia in quanto canto sia come uno dei temi centrali dell’insieme dell’opera del Leopardi. Lavora anche a una storia della critica leopardiana nella seconda metà del Novecento. Fra le sue altre pubblicazioni: “Cremona” (1950), “La critica letteraria contemporanea” (’67), “Scritti linguistici del Manzoni”, testo critico (’72), “Le lettere di Ippolito Nievo a Matilde Ferrari” (’77), “Come leggere il Male oscuro di Giuseppe Berto” (’77), “Gli studi di Giovanni Gentile sul Petrarca e sul Rinascimento” (’83), “La critica letteraria nell’età del metodo storico” (’76-’86), “Poetiche e metodologie dell’ultimo trentennio” (’91-’92), “Il mistico Alfonso”. “Etica e religione di Luigi Russo” (Viareggio, Mauro Baroni, ’92) (finalista al Viareggio-Rèpaci, Premio Amantea), “La dolorosa intelligenza”. “Testimonianze e saggi tra il romanticismo e la fine del Novecento”, con l’antilla di Manuel Blas “Il mio sodalizio con F. Monterosso e M. Baroni” (Mauro Baroni, 1977). Tali lavori sono stati discussi in pubblici dibattiti e recensiti su riviste, giornali e alla RAI. Ha pubblicato lettere inedite di Silvio Pellico (’64), ha condotto una ricerca nelle Langhe su Cesare Pavese (’78), ha scritto la prefazione al volume “Lettere vanitose” di A. Piromalli (’85), ha preso parte a una “Inchiesta sulla poesia italiana contemporanea” (“Riscontri”, ’87), ha curato “Voci dal di dentro” di A. Malfasi (’94), nonché “Meditazioni” di S. Vesconi (’95), “Tre racconti di Gallura” di P. Ciboddo, e “Una x una” di C. Paolini (’97) (questi tre ultimi testi sono editi da Mauro Baroni). E’ membro del Comitato scientifico della “Casa di Dante” in Abruzzo e delle Mostre “Dante e le arti figurative” a Torre dei Passeri (Pescara). I suoi due più recenti volumi sono “Leopardi tra noi” (Perché non possiamo non dirci Leopardiani) Viareggio, Editore Mauro Baroni, 1998 (Premio Pisa) e “Nelle zolle della vita umana, l’eterno enigma…” saggio critico sulla poesia di Licio Gelli, Editore Giuseppe Laterza di Giuseppe Laterza – Bari, 2002. E’ membro di merito – Sezione Letteratura – della Accademia Universale “Federico II di Svevia” e dell’Accademia dei Micenei. E’ presidente della “Associazione Artisti Cremonesi”. Condirettore di “Studi bonghiani”, è membro dei comitati di redazione delle riviste “Riscontri” e “Si scrive” (dirette rispettivamente da M.G. Giordano e E. Bettini) e del “Dizionario italiano ragionato” D.I.R. (D’Anna); è componente del Comitato Scientifico per la pubblicazione dell’opera omnia di Lorenzo Viani (Mauro Baroni, Editore). E’ stato redattore di “Otto/Novecento” e ha collaborato regolarmente a “Cultura e Scuola”. E a: “Apulia, Arca, Belfagor, Cenobio, Convivium, Critica letteraria, Galleria, Idea, Il Giorno, Il Ponte, I problemi della pedagogia, Italianistica, Ragguaglio librario, Rapporti, Rassegna di cultura e vita scolastica, Rassegna pugliese, Scuola e didattica, Tempo nuovo, Ungheria d’oggi” e a diverse riviste locali. E’ stato relatore a convegni manzoniani e dell’Associazione Internazionale per gli Studi di Lingua e Letteratura Italiana (A.I.S.L.L.I.), e a molti altri. Ha studiato l’italianismo ungherese, sovietico e russo, svizzero, danese, nordamericano (californiano in particolare) con soggiorni in quei Paesi; ha collaborato alle radiotelevisioni svizzera e italiana (rubriche “Tuttilibri”, “Classe Unica”, “Occasioni”, “Il Paginone”, “Galassia Gutenberg”, “Lampi”).

This post is also available in: Inglese